Da sabato 27 luglio a mercoledì 14 agosto sarà ‘in piazza e in scena’ il 58° autodramma del Teatro Povero di Monticchiello, “IL VELO DELLA SPOSA”. Una drammaturgia partecipata da un intero paese che si interroga su questioni cruciali per la comunità e in cui chi guarda può di riflesso riconoscersi e ritrovarsi. Tradizione sperimentale che ogni anno propone un nuovo testo, lo spettacolo del Teatro Povero di Monticchiello è ideato, discusso e recitato dagli abitanti attori. Ogni estate ‘in piazza’ nello splendido borgo della Val d’Orcia.
IL VELO DELLA SPOSA, 58° autodramma del Teatro Povero
Una piccola epopea familiare, còlta in tre momenti del suo sviluppo: durante la Seconda Guerra, negli anni del boom economico, infine oggi. Il punto di osservazione, come sempre capita nel Teatro Povero, è quello del piccolo borgo toscano affacciato sulla Val d’Orcia, nel sud della provincia di Siena.
Il percorso vede così svolgersi la storia del nostro Paese, avendo sullo sfondo tre matrimoni diversi, passaggi simbolici in cui l’ordine sociale si perpetua e si rinnova, snodi e bivi nei quali si coagulano scelte individuali di adesione o ribellione.
Il primo passo ha per sfondo dunque il dramma della guerra, con il suo strascico di lutti, sacrifici e voglia di ricominciare, con protagonista un’Italia contadina e povera, oppressa dai seguaci del vecchio regime ma ricca di aspirazioni al riscatto e all’equità; nel passaggio successivo, poi, quel momento di euforia a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta, che visto dalle campagne presenta però una natura ambigua: di riscatto e liberazione dall’oppressione secolare della marginalità, certo, ma anche di rottura, abbandono di legami e forme sociali tradizionali destinate a inabissarsi improvvisamente. Infine, un epilogo nel contesto odierno, globale e apparentemente innovativo, dove però in trasparenza, dietro la strumentalità di forme progressive tali solo in superficie, si intravedono le oppressioni sociali, individuali e psicologiche che da sempre prevaricano gruppi e individui. Alle quali, infine, come sempre, la scelta di ciascuno può porre, se non rimedio in assoluto, almeno la speranza di un altro intendere, di un diverso modo di vivere, in cui finalmente quel velo possa liberarsi e seguire il suo volo.
Per prenotazioni online: www.teatropovero.it . Telefoniche: (+39) 0578 75 51 18, dal martedì alla domenica 10/13 – 15/18; lunedì solo mattina; contatti alternativi in caso di non funzionamento della linea principale: 0578 75 52 73; oppure: (+39) 338 76 46 516
Per mangiare, la Taverna di Bronzone, gestita dal Teatro Povero, è aperta a pranzo e a cena, dalla sera di sabato 27 luglio fino a quella di domenica 1 settembre.
……………………………………………………………………
NOTA BREVE SUL TEATRO POVERO DI MONTICCHIELLO:
Il Teatro Povero di Monticchiello è un progetto sociale e culturale nato negli anni ’60.
Agli inizi di quel decennio il borgo toscano attraversa una profonda crisi collegata all’eclissi del sistema economico e sociale che ha caratterizzato per secoli la sua esistenza: la mezzadria. La popolazione si dimezza, mentre lavoro, cultura e tradizioni vanno rapidamente scomparendo. Quelli che per scelta o necessità rimangono iniziano dunque a riflettere sul senso delle trasformazioni che travolgono il loro mondo e le loro identità.
In un paese senza un teatro viene dunque deciso di aggregarsi attorno a un’idea di spettacolo in piazza, con una formula teatrale originale che presto diverrà tentativo di ricostruzione collettiva del senso e degli ideali delle proprie vite. Un modo per resistere alla crisi.
Dal 1967 ogni estate siamo in piazza e in scena con il nostro “autodramma”: un’opera che costruiamo assieme, giorno dopo giorno, a partire dalle assemblee della compagnia durante l’inverno e fino alle prove e alle repliche estive.
Oggi il Teatro Povero è anche un esempio di cooperativa di comunità, un soggetto che in prima persona si è fatto carico di molti servizi per la piccola comunità di Monticchiello e per quanti vengono a incontrarci: la nostra sede, il Granaio, ospita un emporio polifunzionale, un centro distribuzione farmaci (nel paese non c’è farmacia), il centro internet, l’edicola; gestiamo “I Ristoranti di Bronzone”, una foresteria, un piccolo centro di accoglienza e integrazione, una ciclo-officina sociale, progetti educativi, aree verdi del paese, laboratori… E molto altro!
Oltre cinque decenni di spettacoli in piazza, di progetti culturali e sociali…
Volti, voci, visioni, vite intere che ci passano davanti, molteplici generazioni che ancora oggi collaborano a questa avventura. E soprattutto, anni di incontri: questi decenni sarebbero stati davvero poco, infatti, senza la solidale consonanza, l’amicizia, l’aiuto e il reciproco riconoscimento dei tanti che ci sono stati vicini, di quanti hanno percorso con noi parte della strada e coi quali torniamo ogni volta a confluire volentieri, animati da spiriti e valori comuni, idealità, irriverenti divertimenti ed entusiasmi; talvolta, anche, dalle medesime sconfitte.